Riparte l’assegno civico, la giunta approva progetto per 20 soggetti

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno il Comune ripropone il progetto dell’assegno civico che coinvolgerà 20 soggetti che opereranno, anche con un criterio di rotazione nel corso dell’anno solare.

L’assegno civico è lo strumento che permette al soggetto adulto, in situazione di disagio e di marginalità anche dal mondo del lavoro, di realizzare un percorso tale da garantire un sostegno e favorire l’espletamento di prestazioni e l’acquisizione di una maggiore autonomia personale, consentendo nel contempo all’Amministrazione di raggiungere specifici obiettivi di interesse pubblico e generale.

I beneficiari dell’intervento andranno individuati tra quelli che non dispongono al momento di alcuna forma di reddito e che non sono destinatari degli interventi nazionali attivati a supporto dei lavoratori (Cassa integrazione, una tantum titolari partita Iva) e che non siano già destinatari del reddito di cittadinanza, salvo modifiche nella situazione familiare ed economica.
All’utente viene corrisposto un contributo di 480 euro per 80 ore mensili di attività per un massimo di quattro mesi consecutivi.

L’individuazione dei beneficiari verrà effettuata tramite avviso pubblico.

L’attività comprende servizi di pulizia, custodia, manutenzione e sistema di giardini pubblici, area cimiteriale, edifici comunali, pulizia strade interne ed agricole, supporto ai servizi scolastici, culturali e turistici e qualsiasi altro servizio che l’Amministrazione comunale riterrà opportuno avviare.

“L’Amministrazione – spiega l’assessore ai servizi sociali Pasquale Impellizzeri – ha tra i suoi obiettivi quello di recepire al meglio i bisogni e le condizioni di disagio delle fasce sociali più deboli e a rischio emarginazione. In quest’ottica, attraverso l’assegno civico e i progetti di utilità collettiva, abbiamo programmato attività volte all’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati. Un dovere visto il grave momento di fragilità sociale determinato dalla crisi sanitaria prima (Covid) ed economica dopo che ha portato ad escludere dal circuito lavorativo, molti cittadini privandoli delle risorse per supportare le loro famiglie”.

 

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